I problemi di un processo di trasformazione sono criticità che organizzazioni o società si trovano a dover affrontare. Il più delle volte sono relativi ai comportamenti, agli atteggiamenti e alla cultura. Sono radicati nel cuore delle organizzazioni e pertanto è necessaria un’analisi approfondita per riuscire a definirli con precisione.
“Woodrow Wilson fa riferimento a leader che, interpretando distintamente la coscienza nazionale, potrebbero elevare le persone al di sopra del loro sé ordinario. Questo innalzamento delle persone verso un sé migliore è la chiave della leadership trasformativa” – James MacGregor Burns.
James MacGregor Burns è considerato il fondatore del concetto di leadership trasformativa dal 1978. Egli fu un biografo presidenziale e un esperto di leadership che si focalizzò prevalentemente sul miglioramento dei principi e delle procedure di management.
Burns disse che un leader trasformativo deve possedere una solida conoscenza degli obiettivi necessari per raggiungere il successo e deve essere altresì molto abile nel saper comunicare quegli stessi obiettivi e i metodi attraverso cui vengono raggiunti.
“In realtà i cambiamenti non avvengono a livello organizzativo, ma avvengono attraverso le persone. Ed è per questo che per riuscire a guidare il cambiamento bisogna essere in grado di guidare le persone”, afferma così Pamela Rucker, presidentessa del CIO Executive Council’s Executive Women in IT.
I leader trasformativi sono spesso assimilati a personalità carismatiche, piene di entusiasmo, ottimiste, appassionate e talvolta visionare, sono associati a quegli individui in grado di cambiare le più radicate percezioni e credenze. Tutti questi tratti si possono diffondere in un lampo. Quando ciò accade, leader e collaboratori vengono coinvolti in maniera pregnante, consentendo così alla vera trasformazione di avvenire.
Seguiamo la distinzione di cui Kevin Ford, CIO di Tag Consulting, ci parla nel suo libro “The Leadership Triangle” per capire in quali circostanze entrano in gioco i leader trasformativi:
- Leader Tattico: risolve problemi chiari e semplici grazie alla propria competenza ed al proprio expertise. Le sfide di tipo tattico sono il pane quotidiano dei manager orientati all’operatività.
- Leader Strategico: è essenzialmente un visionario e lavora quindi verso il futuro. Ha l’abilità di vedere il futuro e predire specifici trend.
- Leader Trasformativo: è un facilitatore che non prende decisioni o definisce piani strategici ma, invece, facilita una serie di conversazioni tra i principali stakeholder. I leader trasformativi sono guidati da forti valori e da un senso di missione. Spesso i leader strategici hanno la visione del futuro ma non possono metterla in pratica poiché non sono in grado di gestire la trasformazione.
Per riassumere, secondo Ford, la differenza sostanziale è che il leader trasformativo non sa sempre come le cose andranno a finire, ma sa che in ogni caso si tratterà di un miglioramento rispetto alla situazione attuale. Vi è un tempo ed uno spazio per ciascun tipo di leader ma se le organizzazioni vogliono invertire la propria rotta od evitare di rimanere indietro quello di cui hanno bisogno è un leader trasformativo, ovvero una persona che con grande energia e passione sfidi secolari presupposti e non accetti risposte del tipo “perché si è sempre fatto così”.